È datata 10 dicembre 2019 (DIGISAN 68665-P-10/12/2019) la nota della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – sottoscritta congiuntamente dai Direttori Silvio Borrello e Gaetana Ferri – che dispone che i medici veterinari liberi professionisti, in assenza di risorse umane a diposizione delle Autorità competenti, potranno essere dalle stesse chiamati a far fronte alle richieste di visite ante mortem assumendo la qualifica di ‘veterinario ufficiale’.
La nota in commento esordisce ricordando che il prossimo 14 dicembre entrerà in vigore il Regolamento UE 625/2017 in materia di controlli ufficiali che abroga i regolamenti CE 882/2014 e 854/2914.

La Commissione, ai sensi dell’art. 18 del Regolamento UE 625/2017 (paragrafo 7, lettera c)) ha adottato l’atto delegato regolamento UE 624/2019 che dispone (art. 4): “In deroga all'articolo 18, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) 2017/625, il veterinario ufficiale può effettuare ispezioni ante mortem al di fuori del macello in caso di macellazione d'urgenza soltanto per gli ungulati domestici e fatta salva la conformità alle prescrizioni in materia di macellazione d'urgenza di cui all'allegato III, sezione I, capitolo VI, punti 1), 2) e 6), del regolamento (CE) n. 853/2004. Per gli animali idonei alla macellazione è rilasciato un certificato sanitario conforme al modello di cui all'allegato V del regolamento di esecuzione (UE) 2019/628 della Commissione (10). Il certificato sanitario accompagna gli animali al macello o è inviato in anticipo in qualsiasi formato. Eventuali osservazioni pertinenti per la successiva ispezione delle carni sono registrate nel certificato sanitario”.
Poiché l’argomento è oggetto di richieste di esame per una rivalutazione da parte degli Stati membri, e la Commissione non si è ancora definitivamente pronunciata in argomento, la Direzione del Ministero della Salute ha ritenuto di fornire proprie indicazioni applicabili nelle more dell’entrata in vigore delle norme nazionali di adeguamento al Regolamento UE 625/2017 ed alle sue eventuali modifiche.
La Direzione ministeriale chiarisce che la qualifica di ‘veterinario ufficiale’ innanzi descritta non configura un rapporto contrattuale con l’Autorità competente che ha provveduto alla sua designazione.
Le Aziende sanitarie territorialmente competenti dovranno dotarsi di apposito elenco, ove non già presente, dove inserire i professionisti di cui sopra e garantire che gli stessi posseggano adeguata formazione in materia di macellazione d’urgenza, ovvero abbiano maturato una esperienza pratica in materia sulla base di attività svolta in conformità alla normativa precedentemente vigente, e che siano liberi da qualsiasi conflitto di interesse”.
Sino ad espressa previsione contraria le indicazioni di pari oggetto fornite dalla Direzione ministeriale rimarranno vigenti con esclusione dei riferimenti a regolamenti abrogati.

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Ufficio stampa FNOVI

Facendo seguito alla propria nota del novembre u.s., la Direzione Generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari ha precisato che il farmaco Suvaxyn PRRS MLV in Italia è commercializzato e prescrivibile: la sospensione del medicinale ad uso immunologico riguarda attualmente la Danimarca.
La Direzione ha con l’occasione ribadito la raccomandazione “di non somministrare ai suini, simultaneamente o successivamente, differenti vaccini vivi contro la PRRS, al fine di limitare la possibile ricombinazione dei ceppi di vaccino PRRS”.

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Ufficio stampa FNOVI

Grande interesse è stato registrato a Torino – in occasione dei lavori del Consiglio Nazionale FNOVI – per l’intervento del Prof. Avv. Giuseppe Colavitti, Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università degli studi dell’Aquila nonché Professore a contratto di Diritto dell’economia nella Università LUISS-Guido Carli di Roma, autore del parere reso alla Federazione che da tempo è attiva per contrastare la prassi che vede aziende mangimistiche, o produttrici di farmaci e integratori, o distributrici di seme fornire prestazioni veterinarie come bonus o incentivo sull’acquisto del mangime o altri prodotti.
Nel corso dell’intervista rilasciata al termina del suo intervento il Prof. Avv. Colavitti ha sottolineato che le pratiche in commento sono distorsive delle corrette dinamiche di mercato “chi riceve le prestazioni deve avere molto chiaro ‘chi’ sta facendo ‘cosa’ … il mestiere dei medici veterinari deve essere fatto dai medici veterinari. Solo così gli assistiti hanno quell’alto livello di protezione, e quelle levate garanzie che l’ordinamento ha scelto a fronte di un settore di mercato dove sono coinvolti valori fondamentali: e qui è coinvolto il diritto alla salute. Il controllo del ciclo di produzione degli alimenti di origine animale ha a che vedere, con tutta evidenza, con il diritto alla salute che è protetto dall’art. 32 della Costituzione”.   

Nel prosieguo dell’intervista il legale ha poi chiarito le differenze, sotto il profilo giuridico, tra le prestazioni erogate dai professionisti e quelle dispensate da aziende operanti nel comparto commerciale, sottolineando come il tutto si traduca in una minore tutela per l’allevatore. A fronte di una responsabilità giuridica delle aziende limitata al patrimonio conferito, il professionista iscritto nell’Albo professionale ha una responsabilità giuridica più severa: oltre a quella ordinaria civile e penale, anche quella disciplinare.
Per il Prof. Avv. Colavitti occorre che il settore di mercato di cui si discute si caratterizzi per l’interlocuzione diretta tra l’assistito ed il medico veterinario.
Laddove la posizione del professionista non assumesse un autonomo rilievo giuridico, ma scomparisse in favore invece di una situazione di rapporto tra l’azienda fornitrice di prodotti e l’allevatore, numerose sarebbero inoltre le violazioni del Codice Deontologico che deriverebbero dal suo comportamento che potrebbe essere valutato gravemente compromesso sotto il profilo della indipendenza ed autonomia. 
Alla domanda su quali correttivi possano essere messi in atto, il legale ha commentato che sono esperibili azioni sia in sede penale che civile per i casi più gravi e, soprattutto, per quelli più documentabili.
Oltre a queste iniziative più strettamente legali – ha aggiunto – credo ci sia un problema culturale di fondo: sia l’Ordine professionale, ma forse anche il Ministero della Salute, dovrebbero fare uno sforzo per aumentare la consapevolezza nella società che il tema della sicurezza alimentare e quello del corretto esercizio della professione del medico veterinario siano interessi di tutti: non solo dei medici veterinari ma anche e soprattutto dei fruitori delle loro prestazioni”.
In argomento vedi anche la sintesi del parere rilasciato dal Prof. Avv. Giuseppe Colavitti pubblicata sul n. 5 di ‘30giorni’

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Ufficio stampa FNOVI

Una nota della DGSAF ha informato della decisione assunta dalla competente autorità danese che ha sospeso l’autorizzazione all’immissione al commercio del vaccino Suvaxyn PRRS MLV a causa del verificarsi di un ceppo PRRS derivante dalla ricombinazione di ceppi di virus vaccinali.
In Danimarca il problema è sorto in una azienda di suini in cui erano stati somministrati, in tempi diversi, due vaccini (Unistrin PRRS e Suvaxyn PRRS MLV) i cui due ceppi vaccinali avrebbero dato origine ad un virus ricombinante che avrebbe poi infettato i cinghiali di un allevamento vicino. Successivamente lo sperma di questi cinghiali, utilizzato per l'inseminazione artificiale, avrebbe favorito la diffusione del virus ricombinante nel Paese.
L'autorità danese ha sospeso l'uso del vaccino Suvaxyn PRRS MLV, perchè commercializzato successivamente all'Unistrin PRRS, ed ha informato l'EMA, gli Statti membri e la Commissione Europea.
La DGSAF “raccomanda di non somministrare ai suini, simultaneamente o in successione, differenti vaccini vivicontro la PRRS, al fine di limitare la possibile ricombinazione di ceppi di vaccino PRRS”.

La nota prosegue raccomandando “vivamente ai medici veterinari e agli allevatori di riportare al Ministero della Salute (e ai Centri regionale per la farmacovigilanza) e ai titolari dell’autoriparazione all’immissione in commercio qualsiasi segno clinico riconducibile alla malattia che dovesse manifestarsi in allevamenti vaccinati contro la PRRS utilizzando la scheda di segnalazione disponibile al link http://www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_8_0.jsp?label=servizionline&idMat=MDV&idAmb=FMV&idSrv=PSK&flag=P”.
Il problema è sorto presso un’azienda produttrice di suini dove erano stati somministrati in tempi diversi due vaccini ( i cui due ceppi vaccinali avrebbero dato origine ad un virus ricombinante che avrebbe poi infettato i cinghiali di un allevamento vicino. La successiva utilizzazione dello sperma di questi cinghiali per l’inseminazione artificiale avrebbe poi favorito la diffusione del virus ricombinante nel Paese. Le descritte circostanze hanno indotto l’autorità danese a sospendere la commercializzazione del vaccino Suvaxyn PRRS MLV dandone tempestiva comunicazione all’EMA.

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI

Serve un approccio “One Health” in cui tutti i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente collaborano per cambiare le proprie pratiche: questo in estrema sintesi il messaggio che arriva dalla giornata di confronto per “Un’uso consapevole degli antibiotici”, promossa dal Ministero della Salute, insieme con Aifa, Iss e Agenas nell’ambito della “Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici”, dal 18 al 22 novembre, promossa dall’Oms.

Riflettori puntati anche sul settore veterinario dove l’uso degli antibiotici è strategico sia per gli alimenti che per la sanità pubblica. Oltre al Presidente FNOVI all’incontro ha preso parte Loris Alborali, Dirigente Izsler “Bruno Ubertini” di Brescia, il quale ha dichiarato: “La consapevolezza dell’utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare si è tradotta in pratica nel fornire indicatori su quanti antibiotici vengono consumati per gli animali. Fino ora avevamo solo dati di vendita, un indicatore passivo, dal 2016 possiamo invece sapere esattamente quanto l’animale consuma nell’arco di un mese. Il consumo si è ridotto del 35% rispetto al venduto, pensiamo che settore avicolo dal 2015 si è passati dal trattare in media un pollo con antibiotici da 25 giorni a soli due giorni e mezzo”.
In occasione della “Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici” promossa dall’Oms, nonché dell’incontro dello scorso 22 novembre con esperti e istituzioni sanitarie, il Ministero della Salute distribuito un nuovo opuscolo per operatori e cittadini.

L'OPUSCOLO

Fonte: 
Ufficio stampa FNOVI